Descrizione
“Chiamarlo amore (non) si può”. Inaugurato il murale alla Procura di Marsala. Il progetto del V Circolo didattico, finanziato dalla Regione e patrocinato dal Comune, rende più accogliente l'Area protetta del Centro antiviolenza
La ricorrenza della “Giornata dell'Europa” è coincisa, ieri, con l'inaugurazione a Marsala del murale “Chiamarlo amore (non) si può”. È stato realizzato nel Palazzo di Giustizia, nello specifico, nei locali dell'Area Audizioni Protette della Procura di Marsala. Il murale, ideato all’interno dell’omonimo progetto, è stato realizzato dagli alunni del V Circolo Didattico “On. Francesco De Vita” diretto da Vita D'Amico, in collaborazione con la Procura della Repubblica e lo sportello Antiviolenza della Procura stessa, coordinato dal Maresciallo G.D. Bertolino. I bambini sono stati guidati dall’architetto Antonio Mauro e dalle docenti Antonella Lombardo e Floriana Fabriano.
Al taglio del nastro tricolore - presenti cittadini, autorità, operatori scolastici e studenti - sono intervenuti il procuratore Fernando Asaro, la presidente del Tribunale, Alessandra Camassa, il sindaco Massimo Grillo e la dirigente scolastica Vita D'Amico. Loro stessi, successivamente, hanno sottolineato l'importanza del murale.
Il procuratore Asaro: “La partecipazione dei cittadini e i volti sorridenti di tanti giovani sono una bella testimonianza di condivisione di questa iniziativa. Una sinergica condivisione di valori e sensibilità, grazie alla quale si è potuto realizzare un importante e significativo gesto per accogliere la sofferenza e il dolore di chi subisce violenze, qualunque sia il suo genere e ovunque si manifesti. È un'opera che contribuisce a ridurre le distanze fra il Palazzo di Giustizia e i cittadini, promuovendone il suo vero obiettivo, quello di essere il luogo in cui si esercitano i diritti di ciascuno di noi”.
La presidente Camassa: “Un'opera che ha il suo valore aggiunto nel percorso culturale che l'ha ideato e che ha visto assieme alunni, insegnanti, istituzioni. Quanti subiscono anni e anni di violenza sono persone completamente private del coraggio di chiedere aiuto, spesso non sanno più chi sono. Avvicinarsi allo Sportello antiviolenza, parlare con psicologici e magistrati lo si fa con meno timore in un luogo dove si è accolti da una parete dov'è raffigurata una donna che si è liberata dal suo dolore, comunicando serenità. E per una donna abituata dalla sofferenza a reprimere i propri sentimenti, il servizio che rendiamo diventa ancora più importante”.
Il sindaco Grillo: “Una testimonianza tangibile di un impegno concreto, a conferma di una collaborazione istituzionale che mantiene attivo lo Sportello antiviolenza. Ed oggi ribadiamo l'obiettivo di sensibilizzare tutti alla diffusione di una cultura che contrasti ogni forma di violenza, continuando a realizzare punti di riferimento in città per i giovani, così come lo sarà anche la sala Marisa Leo all'interno del Museo del Vino che inaugureremo domenica. Il tutto rientra in quell'appello, più volte lanciato dalla mia Amministrazione, a sentirsi comunità per promuovere tutti assieme la cultura della legalità e il rispetto di ogni diritto”.
La dirigente D'Amico: “Il luogo in cui l'arch. Mauro ha realizzato l'opera è emblematico. Oggi diventa un exemplum non solo per il pubblico ma soprattutto per chi si avvia, in quelle stanze, a dare una svolta di cambiamento alla propria vita, divenendo a sua volta un esempio per tante donne indifese e che cercano aiuto”. La stessa D'Amico, a conclusione del suo intervento, ha letto la nota con la quale l'assessore regionale Mimmo Turano (assente per altri impegni istituzionali) si congratula per l'iniziativa del V Circolo e delle Istituzioni coinvolte.
Apprezzamenti per il murale e contributi alla riflessione sui temi della violenza di genere sono stati pure espressi da Giuseppe Spada (presidente dell'Ordine degli Avvocati di Marsala) e Adele Pipitone (presidente del comitato Pari Opportunità del Tribunale di Marsala) che ha presentato le operatrici del laboratorio di ceramica al femminile - “Le Barbottine”, attivo presso il Centro Sociale di Sappusi - che ha donato alla Procura della Repubblica un'opera in argilla. Raffigura la testa di una donna con una “cicatrice” (incisa spontaneamente dalla cottura in forno), quasi a testimoniare la forza delle donne che - seppur ferite - non si abbattono e lottano per un futuro migliore.
Il toccante monologo interpretato dall’attrice Cinzia Bochicchio, tratto da un lavoro del regista Massimo Graffeo, ha preceduto il concerto del “Mauro Carpi quartet” che - con il suo jazz - ha chiuso l'apprezzata iniziativa al Palazzo di Giustizia di Marsala.
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Ultimo aggiornamento: 10 maggio 2024, 18:39